giovedì 27 agosto 2009

Per Signore (e Signori..)


Quando ti di offrono una moto vecchia, è sempre "come una Guzzi".
Per le bici stessa cosa, è "una vecchia Bianchi".
Vado quindi vaccinatissimo dal casciniere che dice di avere una vecchissima bici Bianchi sulla trebbià(palco in legno soprastante la stalla, in piemonte).
Due chiacchere di circostanza e su per una ripida scaletta in legno, retta solo più dai suoi tarli.
La luce è fioca, come sempre.
Sul fondo, dietro a rottami ferrosi e legnosi non meglio precisati intravedo un debole luccichio, è una gemma!
Le palpitazioni aumentano in modo considerevole, ma è quando il proprietario sposta i tabernacoli che le stanno davanti che mi rendo conto di ciò che mi sta di fronte: una Bianchi da donna degli anni 20!
Inconfondibili i pistoncini di foggia piccola e gli archetti dei freni!
Col cuore in gola assaggio i dettagli, nel buio.
Tutto è originale, eccetto il manubrio sostituito con un tipo largo (confalonieri) negli anni 40.
"La mamma era alta, magari toccava con le gambe, non so, io ero piccolino.."
Filetti, filettini, nichelature, splendida.
Ancora non capisco come si sia potuta conservare in un posto tanto umido..
Persino la sella Brooks lady b19 è perfetta, sotto la coltre di polvere!
Contrattata alla morte e portata a casa a tambur battente, prima di pericolosi ripensamenti nostalgici, è stata sottoposta ad attento restauro conservativo,passando davanti a tutte le altre in attesa..

Guardando i cataloghi forniti dal buon Mayno, scopro essere una Bianchi tipo L, la calotta del movimento parla chiaro: 1925!
Il manubrio è stato ora rimpiazzato con uno simile all'originale, ma posteriore, anni 30,differendo quindi solo per il comando del freno anteriore.
Ma mai dire mai..tra tanti amici e tanta ruggine in giro, tutto è possibile..
Due dita d'olio, una gonfiata(le camere in para tengono che è un piacere!)e la Madamina è pronta all'uso.
Roba per signore,verissimo, ma anche per signori..

sabato 8 agosto 2009

Stanca


Queste mani hanno stretto dita e ferri.
Hanno lavorato e girato pagine, lunghe.
Accarezzato unghie delicate e stretto bulloni tenaci.

Con la gioia dentro
hanno spogliato lei, tra le vigne.

Oggi queste mani sono stanche, affaticate,
vorrebbero riposarsi in un paio di guanti bianchi.
Vorrebbero non vedere, non sentire.
Sanno la vita e sanno che andare avanti, si deve.

Ma queste mani non sanno, e io non so,
perchè la vita sia,
perchè si creda al giorno che viene,
perchè tutto si perda.