giovedì 31 gennaio 2013

Lodando il bricco



Porta da te
La strada che rotola
Su per la collina.

Sa di cose
Che tu sai
D’una terra aspra.

Portan da me
I sentieri di uve
Assolati dal gelo.

Unanimi,
sosteremo il pensiero
alla brusca curva del ciliegio.

Diremo, lodando il bricco:
collina infingarda.

lunedì 28 gennaio 2013

Tizzoni Stelvio pompa integrata

La trovai alle 5:30 del mattino ad un mercatino in una strada che mai più troverò.
Era là, appoggiata al civico 13 sotto un balcone di gente che a quell'ora dorme e manco ci pensa alle bici vecchie.
Dicevo, trotterellavo con meno cinque e la galaverna per terra quando la vidi insieme alla sorella , una Prina Savoiarda come uscita dai mitici 40's.
Inutile dire che la sorella alle 5:35 mi seguiva come un cagnolino  e veniva parcheggiata in quel portone che mi fu complice e amico.
Non m'avvidi subito della particolarità di questa bici, era solo , nei buii di quel mattino, una bici da donna anni 40 , sporca e con la forcella piegata.



Il peggio del peggio, quindi.
Un'occhiata distratta alle prime luci mi fece intravedere ciò che eri per davvero, bici di gran lusso e raffinatezze.
Non alzai la sella davanti al pur scaltro venditore, pregustai però l'emozione nel solito cortile.
Alzata la sella, sorpresa!

Dentro alla pompa insita nel tubo della sella...ancora il tubo di gomma rosso originale!
E sorpresa tra le sorprese....tutto funzionante!


C'era però quella forcella storta, che mi faceva guardar storto...
Passaron i mesi e un'estate e un inverno ancora.
Poi smontata tutta, il telaio e la forca furon raddrizzati a dovere da due mitici anziani ciclisti che la riportarno a buon uso.
In queste giornate di uggia fu gioia, la sera, ricomporre il puzzle debitamente lucidato e incerato.

Il faro che ti trovai era un Dansi mod 14, tutto alluminio: una dinamo dansi con oliatore e paraspruzzo fece da magnifica compagna alla tua fonte di luce.



Pur non essendo fanciulla, è bello pedalare i tuoi cerchida 26 X 1 3/8, quello anteriore montato con un bel Michelin STOP degli anni 40, duretto ma perfettamente godibile.
Morbida la sella in cuoio Stelvio e se una foratura verrà di disturbo...basterà alzarla, pompare e ....ripartire!!




mercoledì 23 gennaio 2013

Candid' ardore.



A lento passo
Un uomo si trascina
Il lume in mano.

In candido manto cammina
Nell’ora che il mondo
Sprofonda se stesso.

Una luce è in cima
(Il bosco è la distanza)
 E la luce sa di lei.

Varrà fatica
Il bacio atteso,
il volto morbido.

Neve  le  fredde suole
Neve i seni caldi
Neve, ancora,  sopra il bosco.

Ardore
Scioglierà

Un tuo candore.

venerdì 18 gennaio 2013

Atena -Bozzi 1924

Giaceva immota sotto un telaccio di plastica , accanto al mucchio del ferro vecchio.
“Questa non venirmi a dire che non è vecchia!” mi apostrofava il proprietario ben convinto.
Vecchia e vecchia..ma vediamo cos’è!
Atena” lessi sui mozzi e sulle pedivelle, con   un palpito al cuore.
Atena fu sottomarca Legnano-Wolsit negli anni 20-30 e su alcuni cataloghi compare come telaio nudo da assemblare.
Probabile che potesse essere completata dal ciclista di paese con minor spesa, oppure assemblata direttamente con pezzi venduti dalla Fabbrica.Chissà!
Questa ha la particolarità dei grossi cerchioni da 28 3/8 , montati su mozzi Atena a 32-40 fori.

Curiosamente un cerchio, il posteriore , è più stretto rispetto a quello anteriore, ma montano entrambi mozzi Atena.
Una riparazione?
Il manubrio è Roller con leve esterne, e la freneria fascettata al telaio.
Compare ancora sul canotto la bella decalca Atena , così come sul tubo discendente del telaio.
Rimane solo più il parafango posteriore, a schiena d’asino, con gemma in vetro posteriore.
L’anteriore è stato gettato anni fa dopo la bella botta presa alla forcella anteriore che l’ha lasciata un po’ ubriaca: la bici era ancora disastrosamente utilizzabile, ma senza il parafango che avrebbe toccato nel telaio..peccato!

Curioso il portafanale con la “W” di origine Wolsit, a confermare l’assemblaggio della bicicletta.
Un’occhiata golosa merita l’ingranaggio, solidale alla pedivella anche grazie a un bullone di fissaggio tipico delle bici corsaiole.

Sulla ghiera sx del movimento centrale è comparsa la data 1924, confermata dal numero seriale
intorno ai 73000.
Da notare come già nel 1925 una Legnano in mio possesso presenti già matricola A XXXXXX, confermando una produzione annua di quasi 25000 biciclette: non male!!

In attesa di un restauro conservativo molto impegnativo e approfondito, un tassello in più alla storia della bicicletta.

venerdì 11 gennaio 2013

Saprai di me.



Sarà un sapore nuovo,
quello di domattina sulle tue labbra,
saprà di me.

Distrattamente, senza conti,
Saprai di me e delle mie donne,
dei petali che non colsi
e della malinconia allegra.

I tuoi occhi forse s’apriranno,
e, curiosi, finalmente
vorranno vedere chi ascoltano.

Saprai di me,
dei mestieri che fui,
di quella sera d’estate
in cui giurai amore a un fiore.

Vedrai forse lacrime,
sorrisi, bestemmie,
una smorfia che sa di amore.


Saprai le mie  estati torride dal ferro rovente,
gli inverni col gelone a spaccar ghiaccio,
la Primavera dall’odore di mandorlo.

Le tue mani, calde,
vorranno stringere le mie,
stanche, vigorose.


Sapranno di polvere e di  fatica,
di terra e di vigna,
d’un sole smarrito.

Con calma,
tra colline aspre
o declivi di mare,
imparerai a conoscermi.

Qualcosa di me (già molto tuo, lo sai),
Balugina nell’aria che sa di cantina:
vorrebbe un abbraccio, un amore poco casto.

Ti regalerò un tramonto,
e poi un’alba,
e la notte intera.

E tu sarai mia,
sapendo di me,
del mio Sangue.

giovedì 10 gennaio 2013

Benotto Corsa anni 50

Eri sepolta tra altre tue sorelle a bacchetta, quel mattino freddo a Carmagnola.
Tutti ti passavano accanto con sdegno: il giallo acre del quale eri ammantata non ti donava certo.
E tutti a guardare quel cambio Gran Sport, i più attenti i mozzi, a chiedere, contrattare, lasciare.
Che tristezza.
Poi ci siamo incrociati.
Quel manubrio Ambrosio Champion pipa in ferro, i mozzi Campagnolo e l’azzurrino che affiorava , erano un richiamo troppo ghiotto.
La posso tirare fuori?”
“Con calma , ragazzo.Una cosa alla volta

“Benotto!"pensai tra me e me guardando le pedivelle..
 Non ci misi molto a trovare un accordo col venditore, sotto lo sguardo stupito e invidioso degli altri corteggiatori.
Rimase due annetti appesa al chiodo, la lista era lunga.
In questi giorni di freddo, di nuovo, hai conosciuto la paglietta, lo sverniciatore, e quell’azzurrino è di nuovo tornato in vita.

Più esperti di me , altri, dicono che sei un’assemblata, forse nemmeno di alta levatura.
Che importa?
Sei il sogno di qualche ragazzo che voleva correre, e se quel telaio non è corsa ( i forcellini…), ha corso, questo si.
A detta di qualcuno sei un cancello?
E chi sono io per cancellarti?
Esisterai, coccolata con nuovi tubolari e olio alle giunture, e una sella in cuoio.

Del nastro rosso ti ornerà le corna, e ancora una volta correrai.
Più felice, più bella.
In culo alla nobiltà.

venerdì 4 gennaio 2013

Pagato di mano.


Sei terra e mare.

Mare,
che non navigherò più,
il tiepido che dimentico.

Terra,
sulla quale fu bello camminare,
e stendersi a volte.
Verranno giorni, e notti,
e feste.
Tu gioirai e rabbrividirai,
lontana.
Verrà la Primavera,
e non saprà più di te,
del tuo sorriso.
La tua voce,
i tuoi fianchi e quei seni,
diventano presto ombra mattutina che muore.
Facendo l’amore,
giocammo alla morte,
e quasi ci riuscimmo.
Ora il silenzio,
tenebro compagno di nostalgia,
chiede conti che non tornano.
Come oste che reclama,
anche la vita
vuol debito saldato.
Cuore amato non cede,
chiede un sorriso,
una parola che non giunge.
Pagherà tutto, ben lo sa.
Salderà il passato,
pagando di mano.